Il “problem solving” è ormai una delle soft skills più richieste oggi dalle aziende (e più vantate sui CV dei candidati in cerca di lavoro).
Per capire meglio cosa intendiamo con questo termine possiamo pensare al problem solver per antonomasia: MacGyver, il famoso agente americano della tv, che riesce a portare a termine le sue missioni con il solo uso dell’ingegno e con gli unici equipaggiamenti di cui dispone, un coltellino svizzero e il nastro adesivo. Una capacità che nel 2015 porta l’Oxford Dictionary ad includere ufficialmente fra le sue voci verbali anche quella di "MacGyver", con il significato di: "creare e riparare un oggetto in maniera creativa e con inventiva utilizzando gli oggetti che si hanno a disposizione".
Con la trasformazione digitale, l’intelligenza artificiale, la robotica, l’industria 4.0, i lavori che prevedono compiti semplici e ripetitivi saranno i primi in cui le macchine sostituiranno l’uomo. Rimarranno sempre più riservati agli esseri umani quei lavori che richiedono creatività e intuito, caratteristiche difficilmente replicabili da un software. In altre parole le aziende di domani avranno sempre più bisogno di dipendenti MacGyver, dotati di competenze fondamentali e tipicamente umane come: curiosità, ascolto attivo, grinta e determinazione, creatività e capacità di analisi. Tutte competenze che nel giusto mix danno vita alla capacità di saper identificare e risolvere un problema.
E la necessità di allenare tutte queste competenze è sempre più urgente considerando che i dati suggeriscono che già entro il 2025 le aziende avranno sostituito circa il 6% della loro forza lavoro. Ciò significa che il 40% delle competenze attuali dovrà essere aggiornato per rispondere alle nuove esigenze dettate dal mercato del lavoro e che - di conseguenza - 1 lavoratore su 2 dovrà affrontare processi di re-skilling per continuare a svolgere il proprio ruolo e transitare verso i ruoli di domani: DevOps ingegneri, digital marketing manager, talent acquisition specialist, AI specialist, customer success specialist.
Per restare al passo con le esigenze del mercato del lavoro attuale e di quello futuro dobbiamo allenare il nostro cervello ad adottare nuovi paradigmi, a vedere le 6 facce del cubo, le due facce della moneta. Dobbiamo essere in grado di analizzare i problemi da varie angolazioni per identificare le cause e individuare le migliori soluzioni orientate all’eliminazione delle criticità alla radice.
Esistono diversi strumenti e tecniche di problem solving che possiamo adottare:
• Il diagramma a lisca di pesce di Ishakawa: consiste nell’ordinare le possibili cause di una criticità in varie categorie, e nell’indentificare le sotto-cause che possono provocare ciascuna di esse;
• il modello dei 5 Whys (i 5 Perché): si tratta di un metodo che utilizza una serie di perché per approfondire gli strati successivi di un problema, fino ad arrivare ad una risposta esauriente;
• il diagramma di Pareto, formato da una serie di barre le cui altezze riflettono la frequenza o l’impatto dei problemi solitamente con un rapporto 80-20.
In Winside alleniamo costantemente le skill del futuro, prima fra tutti quella del problem solving. I nostri esperti gestiscono in modo routinario eventi kaizen frequenti e veloci e sono in grado di portare piccoli miglioramenti progressivi nelle aziende clienti.